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Innanzitutto grazie a quelli che in questi giorni si sono dapprima iscritti e poi andati a ubriacare a Lazise…(il Comune ci ha mandato la bolletta con i danni…del resto le donne le avevo invitate tutte io). Grazie anche a quelli che si sono iscritti e basta. A questi ultimi (ma anche ai primi se gli è passata) chiedo un commento, così capisco se quello di cui si parla in queste pagine VIN teressa (non è un errore). FATTO…

Il fatto che il vino in Italia si sia trasformato da semplice bevanda sul tavolo di quasi tutte le famiglie a prodotto dalle infinite sfaccettature e declinazioni, spesso anche per ragioni più commerciali che altro, è sotto gli occhi di tutti. Del resto è uno dei prodotti che meglio esprime, assieme alla moda, il concetto stesso di Italia nel mondo.

Ma quello di cui vi parlo oggi va oltre…L’Italia, paese dei 4588 musei (censiti dall’Istat nel 2011), ricco di bellezze artistiche, architettoniche e naturali, diventa la sede del Primo museo di Urban Art tra le vigne al mondo.

La terra che si fregierà di questo titolo è la Toscana, Bolgheri per la precisione, patria dei Supertuscan, e in particolare la tenuta Campo alla Sughera.

Urban Artist saranno chiamati da tutto il mondo  ad esprimere il “loro” vino sulle pareti autoportanti che verranno messe a disposizione tra le vigne e che saranno, tappa dopo tappa, trasformate in un opere d’arte che andranno a costituire una esposizione permanente.

“Il writing sta divenendo sempre più protagonista nel mondo dell’arte e della cultura contemporanea e il nostro mondo deve stare al passo coi tempi. Abbiamo quindi deciso di comunicare il vino in modo totalmente nuovo e non vediamo l’ora di partire con questo progetto”.

Sono le parole di Felice Tirabasso, direttore di Campo alla Sughera. L’azienda fondata nel 1998 dalla famiglia Knauf (leader del settore dei sistemi costruttivi a secco) si è distinta da subito per l’alta qualità dei vini prodotti nei 20 ettari di vigneto e per l’innovazione tecnologica.

Non sono mancati negli ultimi secoli momenti di grande spessore culturale ed artistico in cui il vino è stato oggetto d’arte, tra i quali possiamo ricordare ad esempio la splendida opera di Caravaggio che raffigura Bacco.

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Nè molti di noi possono negare di aver fatto le migliori performance vocali o poetiche “sostenuti” da un paio di bicchieri (di troppo, aggiungerei…) di ottimo vino rosso… (qui purtroppo mi manca il file da caricare!)

Ma qui siamo di fronte a qualcosa di nuovo davvero. L’arte di strada per eccellenza, il writing, fino a qualche tempo fa poco più che un atto di vandalismo, elevato ad arte vicino ai vini tra i migliori al mondo. E messo in mostra. E portato ad una presentazione d’eccellenza come Vinitaly, dove l’azienda disvelerà domenica 22 marzo 2015 alle 12, al padiglione 9 della Toscana, allo stand C15 la prima opera acquisita, che poi verrà portata nei vigneti bolgheresi.

L’azienda non ha ancora svelato chi sarà l’artista scelto per inaugurare il museo…ma io, per quel poco che ne so (ma non è per modestia, davvero…) spero che sia uno di cui ho visto le OPERE D’ARTE in questo splendido portale.

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Brindiamo alla salute della Urban Art (e dei giovani…che siamo stanchi di sommelier incravattati!!!OPS..mi è scappato).

Salute a tutti.

Marzo tempo di…

Pubblicato: 17 febbraio 2015 in De vino, Senza categoria

Marzo: tempo di Prowein e tempo di Vinitaly, due tra le maggiori fiere europee nel settore vitivinicolo.

Nel vigneto, invece, è tempo di potatura, legatura e piegatura dei tralci.

Ma per qualcuno è tempo di presentazioni.

Così è anche per Cantina Valpolicella Negrar che coglie l’occasione delle due fiere per presentare un prodotto di eccellenza, AMARONE DELLA VALPOLICELLA DOCG CLASSICO BIO 2008, annata eccezionalmente buona cui si aggiunge il valore della coltivazione biologica.

Siamo di fronte al vino più noto e pregiato della Valpolicella, l’Amarone, tradizionalmente un blend di Corvina, Corvinone e Rondinella (il disciplinare parla di percentuali variabili per questi tre vitigni ma qui sono state scelte le percentuali 70% – 15% – 15%) .

L’eccezionalità sta qui nella dicitura “Biologico”, che parla di un’attenzione al processo produttivo che aggiunge valore ad un vino già di per sè speciale, di cui ci parlava già Catullo nel 49 a.C. La resa per ettaro passa dai 24hl dell’Amarone Classico ai 20hl, mentre rimangono invariati la gradazione alcolica di 15,50%, l’acidità totale di 6,00 g/l e il pH di 3,67.

L’Amarone della Valpolicella Docg Classico Bio si caratterizza per il colore rosso granato denso e compatto e i suoi profumi, fruttati, floreali e speziati insieme ne fanno un fantastico vino da meditazione.

Per chi volesse saperne di più vi riportiamo la scheda del prodotto, direttamente dal sito del produttore.

Amarone della Valpolicella Docg Classico Bio

Salute a tutti

P.S: Sulla Valpolicella, la terra dell’Amarone, vi segnaliamo anche questo interessante sito:

Consorzio di tutela dei vini della Valpolicella