Archivio per Maggio, 2016

Auto e vino

Pubblicato: 3 Maggio 2016 in De vino
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Ci siamo lasciati con una proposta. Ecco il mio primo abbinamento.

Mercedes SL300 (quella che Ivan Capelli guiderà alla Mille Miglia 2016) – anno 1954- conosciuta come Gullwing (Ali di gabbiano) con le caratteristiche portiere ad apertura verticale.

mercedes-sl-300

Una bellissima Mercedes SL300 Gullwing del 1954 con le caratteristiche porte ad ala di gabbiano “spiegate”.

Un’auto che è considerata una pietra miliare nella storia del marchio con la stella a tre punte,  un po’ per il momento storico in cui è nata, un po’ per il fatto che è il primo modello nato dopo che nel 1949 le forze alleate diedero l’autorizzazione all’azienda per ricominciare la produzione di auto (eccezion fatta per la serie W136, conosciuta con il nome commerciale di 170, che però era un progetto ante-guerra).

Ma non solo, le particolarità del progetto sono talmente tante che mi limito a citarne un paio. Il più interessante è sicuramente il telaio a traliccio di tubi, una soluzione eccellente e sconosciuta all’epoca, che creò paradossalmente un problema (l’ingombro nella zona delle portiere) che i progettisti dovettero mascherare con quelle portiere che la fecero diventare famosa. L’altro è l’iniezione diretta di benzina, una soluzione proposta da un giovane ingegnere in forze presso Daimler-Benz Avio, la sezione aeronautica della ditta, derivandola da quella utilizzata sugli aerei della seconda guerra mondiale.

La cosa che lascia colpiti è il fatto che nonostante la SL300 Gullwing (la prima versione stradale derivata dalla SL300 da gara) fosse figlia della logica secondo la quale non c’erano fondi per studiare un modello dall’inizio e che quindi andava riciclato tutto il possibile di ciò che era disponibile, il risultato fu una coupe di lusso eccezionale che ha trovato una degna erede solo nel 2003 con la nascita della Mercedes SLR Maclaren, a distanza quindi di 40 anni dall’uscita di produzione della Gullwing.

D’accordo…ma il vino? Bella domanda…E difficile. Del resto in questa situazione mi ci sono infilato io..

Ecco la mia proposta: Gravner Ribolla 2007 – Fermentazione con lunga macerazione in anfore georgiane interrate.

Ecco lo snapshot della pagina del sito nel quale si possono trovare molte informazioni sui vini e sulla storia dell’azienda.

Gravner Ribolla 2007

A parte la bellezza spoglia del sito, che sembra quasi dare più importanza alle fasi lunari che al resto, quasi che fosse la natura stessa a fare il vino, rimane da spiegare cos’hanno in comune la Mercedes SL300 e la Ribolla 2007 Gravner.

L’abbinamento è un procedimento che si basa essenzialmente sui concetti di concordanza e contrapposizione. In questo caso possiamo basarci su entrambi.

Infatti se si legge la storia o meglio ancora, si ascolta la narrazione di Josco Gravner, si capisce come si possa tracciare un parallello forte tra una ricerca dapprima mirata ad una produzione importante (in termini di qualità e di quantità) puntando su metodi e apparecchiature moderne e sfociata poi in una contro-ricerca, fino alle origini della viticoltura e la tensione alla creazione di un modello nuovo, di grande rilevanza tecnica (come la SL300) con tutte le sfide dell’innovazione da coniugare (questa volta per esigenze di tempo e budget) con l’utilizzo forzato di materiale preso dagli scaffali del magazzino…

Josco Gravner spiega il processo, e la chiave di lettura è proprio questa.

Non mi posso, ahimè, basare sulle sensazioni provate assaggiando la Ribolla di Gravner e guidando la Gullwing lungo i rettilinei e le curve di un circuito adatto alle caratteristiche di un auto di questo calibro. Ed è per questo che l’abbinamento in questione è molto “virtuale”.

Ovviamente sarei lieto che qualche possessore di una SL300 Gullwing (solo del 1954 però) si facesse sentire e mi smentisse pubblicamente, spiegando perchè questo gioiello della meccanica non si può accompagnare ad un eccellenza della viticoltura quale è la Ribolla di Gravner.

Salute a tutti.

Molto spesso il binomio vino-auto vuol dire guida in stato di ebbrezza e incidenti (purtroppo spesso mortali), ma stavolta voglio parlarne in maniera diversa.

Il mondo dell’auto è stato spesso ed è tuttora in stretto contatto con quello del vino.

Un esempio? Conoscete la storia della famiglia dei conti Marzotto, i cosiddetti “conti correnti”, i quattro gentlemen driver che a cavallo degli anni Cinquanta hanno spesso combattuto sulle strade della “Mille miglia”, della “Coppa d’oro delle Dolomiti” e della “Targa Florio” con piloti del calibro di Fangio, Taruffi, Villoresi e Castellotti?

Più degli altri si conosce certamente Giannino,  pilota  abile al punto da riuscire a vincere, rigorosamente in doppiopetto, ben due Mille Miglia, nel 1950 e nel 1953, pilotando due Ferrari eccezionali, rispettivamente la 195 S coupe Touring e la 340 America spyder Vignale e segnando nel 1953 il nuovo record di velocità media sul tracciato tra Brescia e Roma e ritorno.

Nel 2006 è lo stesso Giannino (scomparso poi nel 2012) a raccontarci con immutato entusiasmo le avventure di quegli anni nel libro “Così e o mi parve” (editrice Fucina) e a parlarci delle sue paure, delle sue sfide e anche delle sue auto.

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Giannino Marzotto alla guida della Ferrari 340 America spyder Vignale. (da La Mille Miglia e Giannino Marzotto)

Non è un mistero che una delle più rosee realtà della viticoltura del NordEst faccia capo a Zignago Holding, la società della famiglia Marzotto che prosegue il cammino iniziato negli anni ’30 dal conte Gaetano con il gruppo Industriale Zignago.

Parlo naturalmente del gruppo vinicolo Santa Margherita, ormai un colosso che è  cresciuto sino a diventare un vero e proprio “mosaico enologico” (cito dalla pagina di presentazione del gruppo) che abbraccia alcuni fra i più importanti “terroir” italiani, dal Veneto Orientale, alla Franciacorta,passando dalla Toscana fino alla Sicilia.

E quale migliore esempio di legame tra mondo del vino e quello dell’auto della partecipazione per il secondo anno consecutivo del gruppo Santa Margherita alla Mille Miglia Storica in qualità di Main Sponsor e della partecipazione diretta di Stefano Marzotto su Lancia Aurelia B20 e di Ettore Nicoletto, amministratore delegato del gruppo, su Aurelia B24, oltrechè di un ospite di eccellenza come Ivan Capelli alla guida di una splendida Mercedes SL300?

Neanche a dirlo, vino e auto d’epoca sono due mie grandi passioni, se chiudo gli occhi mi viene facile immaginarmi in una bella spider d’epoca percorrendo le tortuose strade del Chianti senese, fare una sosta in una delle innumerevoli piccole cantine che producono quei vini che solo se li bevi lì, con quell’aria, hanno quel sapore ruvido e vellutato ad un tempo…E allora mi è venuta in mente un’idea. Uno spunto, più che un’idea.

Le auto d’epoca sono come il vino buono, superano il concetto di tempo e migliorano (se curate e amate) con il passare degli anni. E ovviamente aumenta il loro valore.

La proposta è di trovare abbinamenti tra vino e auto, un po’ come fanno i sommelier di tutto il mondo quando abbinano cibo e vino. Non credo che ci siano regole in materia, non credo ci siano abbinamenti giusti o sbagliati, solo punti di vista, dettagli che qualcuno può notare e che agli occhi degli altri non ci sono…

Salute a tutti.