Archivio per marzo, 2015

Qualche settimana fa abbiamo parlato di una iniziativa della cantina Campo alla sughera che fondava di fatto il primo museo di Urban art tra i vigneti.

Ci eravamo lasciati con la curiosità su chi fosse il Writer scelto dalla cantina per la prima opera, quella che sarebbe stata presentata il giorno 22 marzo al Vinitaly, quale anteprima dell’iniziativa.

Ebbene, il grande giorno è arrivato, l’anteprima c’è stata.

E sono lieto di comunicarvi che l’artista scelta è un’ italiana che, come i vini di Bolgheri, si sta facendo conoscere in tutto il mondo. Parliamo di Laurina Paperina, La Pape come si firma lei.

Con un nome che sembra uscito da un fumetto (e vedremo che i riferimenti al mondo delle stripes non mancano nella sua opera), Laurina Paperina nasce a Rovereto (TN) nel 1980 e già da piccola si è guadagnata, con un evento che poteva essere tragico, il suo nome d’arte. Narra la “leggenda” che un’auto l’abbia investita provocandole l’appiattimento dei piedi, trasformandola in una “paperina”.

La carriera di Laurina Paperina inizia nel 1999 con il suo diploma in Arte Grafica e Fotografia all’Istituto d’arte di Rovereto (TN). Già nel 2002 la troviamo in un progetto su scala nazionale (lei espone a Trento) che si chiama Gemine Muse, in cui 48 giovani artisti selezionati da 25 critici d’arte hanno esposto nei musei di 28 città italiane. Ecco cosa ne scriveva allora Mariella Rossi, il noto critico d’arte, parlando dell’opera “Un gioco ironico” esposta in quell’occasione:

LAURINA PAPERINA. UN GIOCO IRONICO: Laurina Paperina ironizza sulla realtà, cosciente che, solo osservando le cose in modo distaccato, si riesce ad essere critici. Partendo da materiali poveri e di recupero, realizza sculture e disegni in uno stile fumettistico diretto e semplice, abitato da animali e personaggi resi attraverso divertenti caricature stilizzate. Qui Laurina Paperina si confronta con l’icona di Napoleone. Domina la scena un’étagère sconnessa. Sui ripiani, in risposta alle ceramiche celebrative dell’epoca, ci sono quelli che lei chiama “animalini”: sono l’aquila e il famoso cavallo bianco, che qui non incutono più paura. C’è anche un piccolo carroarmato, grazioso e colorato: è un monito fresco e lucido per riflettere sul conflitto come indesiderata costante del vivere umano.

Da allora ne passa di acqua sotto i ponti, le esposizioni si susseguono, in Italia e all’estero. Tra queste ricordiamo le prime “personali” del 2005, “Che fine ha fatto Mr Stripes?” nella sala Celio di Rovigo (mostra curata da Alfredo Sigolo) e The Amazing Pape, curata da L. Vona, nella galleria Perugi artecontemporanea di Padova.

Lo stile di Laurina rimane orientato alla definizione e implementazione di un universo infantile, popolato da buffi esserini, protagonisti di situazioni improbabili e vicende surreali.

JASON vs SMURFS

E in questo senso guardando alle sue opere tornano alla mente le parole di un “certo” Pablo Picasso

Ogni bambino è un’artista. Il problema è poi come rimanere un’artista quando si cresce.
La sua ricerca parte dalla cultura mediatica televisiva e di internet, e si lega al mondo dei writers riuscendo però a mantenere, a confronto di questi ultimi, una maggiore spinta ironica e irriverente.
E quello che ne dice Nicolas Ballario, che del vernissage tenutosi allo stand di Campo alla sughera al Vinitaly è il curatore, è emblematico:
Laurina è in assoluto l’artista più dissacrante nella scena del writing contemporaneo perché con la sua arte cerca di essere irriverente con la stessa urban art, che a volte si prende troppo sul serio
Lartista-Laurina-Paperina

Ecco l’artista posare davanti alla parete che inaugura il museo di Urban art voluto da Campo alla sughera.

Ed ecco cosa ne pensa Felice Tirabasso, direttore di Campo alla Sughera.

Con questo murales abbiamo raccontato il vino in modo divertente e originale. Non ci fermeremo qui: l’avventura di Campo alla Sughera continuerà all’insegna dell’arte.

A noi è piaciuto soprattutto un dettaglio di questa opera così “diversa” da quello che si è abituati a vedere sulle bottiglie, e chissà magari potrebbe diventare una etichetta per un vino speciale.

Laurina paperina 1

E’ un pò quello che piace fare anche a noi…parlare di vino…

Vi invitiamo a visitare il sito ufficiale www.laurinapaperina.com per rimanere rapiti dalla irriverente freschezza delle sue opere, non da ultima la serie dei “How to kill the artists” in cui Laura (il vero nome è Laura Steppini) si include con un bellissimo corto animato intitolato “How to kill Laurina Paperina”.

Salute a tutti….anzi, Quak.

paperina-cv

Questa settimana siamo andati a scomodare addirittura il 5 maggio e nientepopodimeno che Napoleone. L’occasione è importante. Questa settimana vi parlo di un consorzio che si chiama Viniveri…un nome che è già un programma.

Ma non sarà la solita presentazione, in occasione della consueta fiera alla Ex Fabbrica di Cerea (VR) che si terrà il 20-21-22 marzo (questa settimana…siamo un pò in ritardo).

Dicevo, non sarà la solita presentazione. Infatti questa settimana abbiamo l’occasione di parlare di Viniveri con uno dei fondatori del consorzio, Marco Casolanetti, visionario titolare di Oasi degli Angeli, un’azienda che non ha bisogno di presentazioni. Abbiamo raggiunto Marco al telefono e si è detto disponibile a darci qualche elemento in più per capire un pò meglio cos’è Viniveri.

Ma partiamo dall’inizio.

Siamo agli inizi degli anni Duemila, Fabrizio Niccolaini (fondatore nel 1985 dell’azienda agricola Massa Vecchia, sin dagli albori improntata ad un concetto di naturalità) inizia a cercare contatti con produttori che come lui rifiutano le “leggi” dell’enologia industriale.

Incontra Stanko Radikon, Nico Bensa, Angiolino Maule, Dario Princic,Walter Mlecnik, Kante e insieme decidono di partecipare a Vinitaly. Lì conoscono Nicolas Joly (pioniere della viticoltura biodinamica e fondatore di Coulée de Serrant) e scoprono che ha fondato Renaissance de Aoc, un movimento di vignaioli che si impegna a rispettare le relazioni tra i quattro elementi, calore, luce, acqua e terra.

C’est de cette compréhension qu’est née la grandeur des appellations qui garantissent aux consommateurs un gout lié à  l’originalité d’un lieu particulier.

Da lì nel gennaio 2003 seguono un seminario tenuto da Joly nella sede di Porthos e la richiesta (accolta) di Fabrizio Niccolaini, Angiolino Maule e Stanko Radikon di entrare a far parte di Renaissance.

Nel 2004 nasce Viniveri, su suggerimento di Nicolas Joly che auspicava la costituzione di un’associazione italiana.

La rete si allarga, arrivano, oltre ai 4 fondatori (Fabrizio, Stanko, Angiolino e Giampiero Bea) Baldo Cappellano, Beppe Rinaldi, Dario Princic, Nico Bensa, Walter Mlecnik, Alessandro Sgaravatti, Ezio Trinchero, Camillo Donati, Beniamino Zidarich, Marco ed Eleonora Casolanetti, Paolo Vodopivec e Giovanna Morganti.

Nello stesso anno inizia l’avventura di Villa Favorita, la splendida cornice in cui da qualche anno si svolge la manifestazione curata da Vinnatur

Non è tutto facile, ci sono problemi organizzativi ma comunque la manifestazione funziona.

Poco dopo Joly, per avere un controllo diretto sul gruppo italiano, decide di delegittimare la dirigenza e incarica Bellotti di costituire Renaissance de Aoc Italia, che diventerà referente del gruppo francese.

A questo punto le strade si dividono e Angiolino decide di fondare un proprio gruppo con un proprio manifesto e statuto -nasce Vinnatur.

La storia di Viniveri continua, con nuovi soci, con l’adesione alla Regola, con tante iniziative.

Arriviamo al 2015. Quest’anno il tema di Viniveri è “Verso un’etichetta trasparente“…ma ora sentiamo che cosa ci dice Marco Casolanetti.

1) Qual’era il vostro obiettivo (tuo e di Eleonora) quando insieme agli altri produttori “naturali” nel 2003 avete fondato Viniveri?

E’ nato per amicizia e per voglia di far bene

2) Perchè un visitatore dovrebbe venire a Viniveri a Cerea dal 20 al 22 marzo?

Per assaggiare vini buoni e nello stesso tempo conoscere i produttori che li fanno e scambiar con loro le proprie opinioni

3) Che cosa vuol dire per te il motto di quest’anno, “Verso un etichetta trasparente”?

Il consumatore ha diritto di conoscere i metodi di produzione e la composizione del vino per poter scegliere liberamente
4) Per diventare un produttore consorziato di Viniveri viene fatta anche una selezione sulla base dei prodotti o si tratta solo di una questione di metodo?
Bisogna produrre vini molto buoni e rispettosi della regola
E ora una domanda sulla tua azienda…
5) Io e molti appassionati abbiamo visto su Youtube il video della spiegazione del nuovo impianto da 40.000 piante per ettaro. Sarà da lì che nascerà il terzo “figlio” di Oasi degli Angeli dopo Kurni e Kupra?
E’ solo la continuazione del progetto Kurni
Come sempre molto diplomatico, Marco…non si sbottona…concreto e diretto come il suo vino.  Lo ringraziamo per le sue risposte… e lo ringraziamo di Kurni…
Allora, vi aspettiamo tutti a Viniveri 2015, a Cerea nell’area espositiva “La Fabbrica”, per incontrare Marco e gli altri produttori “naturali” e assaggiare alcuni tra i migliori vini in circolazione.
E poter dare quell’ardua sentenza di cui si parlava…
Salute a tutti.
PannelloProgrammaVV2015

Innanzitutto grazie a quelli che in questi giorni si sono dapprima iscritti e poi andati a ubriacare a Lazise…(il Comune ci ha mandato la bolletta con i danni…del resto le donne le avevo invitate tutte io). Grazie anche a quelli che si sono iscritti e basta. A questi ultimi (ma anche ai primi se gli è passata) chiedo un commento, così capisco se quello di cui si parla in queste pagine VIN teressa (non è un errore). FATTO…

Il fatto che il vino in Italia si sia trasformato da semplice bevanda sul tavolo di quasi tutte le famiglie a prodotto dalle infinite sfaccettature e declinazioni, spesso anche per ragioni più commerciali che altro, è sotto gli occhi di tutti. Del resto è uno dei prodotti che meglio esprime, assieme alla moda, il concetto stesso di Italia nel mondo.

Ma quello di cui vi parlo oggi va oltre…L’Italia, paese dei 4588 musei (censiti dall’Istat nel 2011), ricco di bellezze artistiche, architettoniche e naturali, diventa la sede del Primo museo di Urban Art tra le vigne al mondo.

La terra che si fregierà di questo titolo è la Toscana, Bolgheri per la precisione, patria dei Supertuscan, e in particolare la tenuta Campo alla Sughera.

Urban Artist saranno chiamati da tutto il mondo  ad esprimere il “loro” vino sulle pareti autoportanti che verranno messe a disposizione tra le vigne e che saranno, tappa dopo tappa, trasformate in un opere d’arte che andranno a costituire una esposizione permanente.

“Il writing sta divenendo sempre più protagonista nel mondo dell’arte e della cultura contemporanea e il nostro mondo deve stare al passo coi tempi. Abbiamo quindi deciso di comunicare il vino in modo totalmente nuovo e non vediamo l’ora di partire con questo progetto”.

Sono le parole di Felice Tirabasso, direttore di Campo alla Sughera. L’azienda fondata nel 1998 dalla famiglia Knauf (leader del settore dei sistemi costruttivi a secco) si è distinta da subito per l’alta qualità dei vini prodotti nei 20 ettari di vigneto e per l’innovazione tecnologica.

Non sono mancati negli ultimi secoli momenti di grande spessore culturale ed artistico in cui il vino è stato oggetto d’arte, tra i quali possiamo ricordare ad esempio la splendida opera di Caravaggio che raffigura Bacco.

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Nè molti di noi possono negare di aver fatto le migliori performance vocali o poetiche “sostenuti” da un paio di bicchieri (di troppo, aggiungerei…) di ottimo vino rosso… (qui purtroppo mi manca il file da caricare!)

Ma qui siamo di fronte a qualcosa di nuovo davvero. L’arte di strada per eccellenza, il writing, fino a qualche tempo fa poco più che un atto di vandalismo, elevato ad arte vicino ai vini tra i migliori al mondo. E messo in mostra. E portato ad una presentazione d’eccellenza come Vinitaly, dove l’azienda disvelerà domenica 22 marzo 2015 alle 12, al padiglione 9 della Toscana, allo stand C15 la prima opera acquisita, che poi verrà portata nei vigneti bolgheresi.

L’azienda non ha ancora svelato chi sarà l’artista scelto per inaugurare il museo…ma io, per quel poco che ne so (ma non è per modestia, davvero…) spero che sia uno di cui ho visto le OPERE D’ARTE in questo splendido portale.

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Brindiamo alla salute della Urban Art (e dei giovani…che siamo stanchi di sommelier incravattati!!!OPS..mi è scappato).

Salute a tutti.

Domenica 8 marzo è la festa della donna. So bene che il valore di questa giornata è di altissimo livello sociale, civile e storico, ma non è questo il blog giusto per parlarne…

Quando ero bambino era il giorno in cui raccoglievo (e più tardi compravo) dei rametti di mimosa e li regalavo a mia madre, mia sorella e al massimo alla mia fidanzatina.

Per molti anni poi la festa della donna è stata la classica occasione in cui le donne dicevano:

“per un giorno all’anno, che tutti i giorni è la festa dell’uomo”…

e poi si ritrovavano con le amiche, andavano a vedere gli spettacoli (rigorosamente per sole donne), prendevano d’assalto le pizzerie…

Insomma, facevano festa.

Ma quest’anno esagero: le invito tutte io le donne, a fare festa. Dove?

A Lazise.

A Lazise (sulla riva veronese del lago di Garda) Domenica 8 Marzo ci sarà una festa bellissima, tutta all’insegna del rosa.

Infatti, nello storico salone della Dogana Veneta il Consorzio di tutela del Bardolino presenterà al pubblico il Bardolino Chiaretto 2014, il vino che nasce dalla nuova interpretazione del classico vino rosato gardesano mediante la ricerca di un colore molto più tenue rispetto al passato e di profumi e aromi che vanno dai fiori bianchi agli agrumi, per spingersi fino alle erbe officinali. Si direbbe quasi un vino più “femminile”.

L’anno scorso nell’ambiente si è parlato di “Rivoluzione Rosè”. I punti di contatto con la festa del gentil sesso ci sono eccome…

A Lazise comunque ci possono andare anche gli uomini, (non che il rosè sia un vino per sole donne…ci mancherebbe), perchè il Consorzio di tutela del Bardolino coglie l’occasione per presentare anche Il Bardolino 2014, il classico vino rosso delle colline del Garda Orientale

E non mancherà un ospite venuto da lontano, il Salento Rosè 2014, la cui anteprima è ospitata nella sala vicina al Salone della Dogana Veneta e aperta già da sabato 7 marzo. In totale saranno presenti circa 80 aziende, una settantina i produttori di Bardolino e circa 15 i produttori di Salento Rosè, che presenteranno un totale di circa 200 vini direttamente nei loro stand, con libera degustazione dalle ore 10 alle 18. Nella zona del porticciolo, come di consueto per questa manifestazione che si ripete ogni anno, sarà allestito un mercatino di produzioni agricole locali, dai formaggi, ai salumi, dall’olio al miele.

Che dire… DONNE, é arrivato il Bardolino…

Salute a tutti

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